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Esercizio della libera professione per il personale infermieristico, una proposta di legge di Busilacchi

Mettere in campo nuovi professionisti di provata competenza per sostenere il Sistema sanitario regionale, contrastare il lavoro nero e offrire ai cittadini garanzia di qualità nelle prestazioni erogate a domicilio.

La Proposta di legge presentata lunedì mattina a Palazzo delle Marche dal Consigliere regionale Gianluca Busilacchi (PD) prende atto dalla forte carenza di infermieri, di tecnici e di altri operatori nel comparto sanitario e propone la possibilità di esercitare in libera professione queste funzioni, nel rispetto di precise condizioni.

" La proposta di legge che ho presentato, anzitutto è volta a sanare una evidente ingiustizia: mentre infatti la legge consente al personale medico di poter svolgere la libera professione, una volta completato l'orario di lavoro presso l'ospedale, la stessa possibilità non è assicurata alle altre professioni sanitarie, vale a dire al personale infermieristico, tecnico sanitario, della riabilitazione ed ostetrico. Uno degli effetti è che spesso i cittadini che chiamano personale sanitario a casa, sono costretti a rivolgersi a personale poco qualificato e formato, con chiari rischi per la qualità del servizio erogato. Se questa proposta diventerà legge regionale, nelle Marche avremo risolto questo problema e garantito quindi migliori servizi a domicilio ai cittadini".

Alla presentazione hanno preso parte i rappresentanti della Federazione sindacati indipendenti. "I benefici di questa proposta sono tanti - ha dichiarato Michele Schinchio, Segretario nazionale del Coordinamento nazionale infermieri FSI -  Prima di tutto ridurrebbe i costi standard nel Servizio sanitario nazionale. Potremmo dare assistenza direttamente a casa dei pazienti, sfruttando i dipendenti che sono già all'interno del Sistema sanitario. Questo significa avere personale qualificato e nel contempo, con il blocco dei contratti per il sesto anno consecutivo, dare un po' di ossigeno al comparto sanità che in questi anni è stato un po' bistrattato e malpagato".

L'elenco dei professionisti ai quali è rivolta questa proposta è molto ampio. Coinvolge le professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative (fisioterapista, logopedista ecc.), i tecnici sanitari (area diagnostica e assistenziale) e i tecnici della prevenzione (prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro - assistente sanitario). Lo scopo è quello di consentire al personale con rapporto di lavoro a tempo pieno nelle strutture sanitarie pubbliche, di esercitare attività libero professionale, per il tramite della propria Azienda sanitaria, sul territorio, presso altre strutture del SSR o con esso convenzionate. Questa opzione, che può essere realizzata in forma singola o associata, deve essere però svolta al di fuori dell'orario di servizio, previa stipula di un'assicurazione e a condizione che non sussista un comprovato e specifico conflitto di interessi con le attività istituzionali.

"Questa proposta - prosegue - è nata da un incontro che ho avuto con una rappresentanza di infermieri. E' una proposta che ho fatto mia molto volentieri, perchè consente, con questa estensione della libera professione, di offrire ai cittadini, senza nuovi oneri per il bilancio regionale, prestazioni assistenziali svolte da professionisti in possesso di competenze certificate, arginando in tal modo anche l'esercizio abusivo delle professioni" - ha concluso il consigliere Busilacchi.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


Gianluca Busilacchi