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Parco dello Zolfo: Rossi (Civici Marche) torna alla carica contro Evangelisti

Il Consigliere regionale dei Civici Marche, Giacomo Rossi, torna nuovamente sulla questione del Parco dello Zolfo di Marche e Romagna che ormai da troppo tempo vive una fase di completo stallo, nonostante i tentativi delle amministrazioni coinvolte di migliorarne la gestione.

"Dopo la scadenza del contratto del direttore generale del Parco a fine ottobre 2023 - prova a far chiarezza Rossi - dopo la mia interrogazione in Consiglio regionale dove denunciavo la grave situazione politica sulla scorta delle relazioni dei revisori del Ministero dell'Economia e dei sindacati, dopo la risposta all'interrogazione dell'assessore regionale competente Stefano Aguzzi che confermava la gravità della situazione politica del Parco ma anche le responsabilità politiche del Presidente del Parco, quest'ultimo ha negli ultimi mesi incaricato un'azienda esterna ed una direttrice di sua diretta nomina, di organizzare la selezione pubblica per scegliere un nuovo direttore del Parco: una commissione di funzionari pubblici ha quindi esaminato i candidati che hanno fatto richiesta (una ventina) e, alla fine, sono risultati idonei 5 candidati, collocati tutti a pari merito". "Di questi 5 idonei - continua l'esponente dei Civici Marche - il Presidente ne ha scartati due sulla base di considerazioni non rese note e i 3 rimasti sono andati a colloquio con il consiglio direttivo e con lo stesso Presidente che hanno scelto, sempre sulla base di considerazioni non note, il nuovo direttore. Al di là della procedura quantomeno singolare, quello che fa specie è che la figura individuata ha prontamente rinunciato all'incarico prima ancora di iniziare, come si legge nella convocazione dell'ultimo consiglio pubblicata sul sito del Parco". "In sostanza ad oggi il Parco, dopo aver speso diverse migliaia di euro per retribuire l'azienda esterna, la commissione di concorso e il relativo lavoro dei dipendenti, si trova ancora al punto di partenza. Tra l'altro - prosegue Rossi - non avendo inopinatamente formato una graduatoria, il Parco non può nemmeno chiamare altri candidati idonei del concorso: un vero e proprio pasticcio, a danno del Parco e dei contribuenti marchigiani". "Il mandato dell'attuale Presidente Evangelisti e di tutto il Cda del Parco - conclude Rossi - è scaduto a fine marzo e il tesoretto del Parco, che sarebbe di oltre 2 mln di euro, continua a restare nelle casse dell'ente e a non essere speso per lo sviluppo del territorio, tra cui l'area mineraria urbinate che dal 2019 non ha ancora mai ricevuto i fondi cui era intitolata: prima che il Ministero dell'Ambiente chieda la restituzione dei fondi inutilizzati, sarebbe opportuno che chi dovere sblocchi in maniera definitiva questa incresciosa situazione e ridia la giusta dignità ad un ente che, tengo a ricordare, è nato per tutelare e valorizzare il patrimonio delle miniere di zolfo marchigiano-romagnole e non per vivacchiare in gestioni pigre e poco capaci".Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


Giacomo Rossi (Civici Marche)