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Urbino: Morì a sette anni per un'otite, condannato anche in Cassazione il medico che lo curò con l'omeopatia

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta al dottor Massimiliano Mecozzi dalla Corte di Appello di Ancona in merito alla morte del piccolo Francesco Bonifazi, il bimbo di Cagli morto nel 2017 a 7 anni per un’otite curata con trattamenti omeopatici e degenerata in ascesso cerebrale.

La Corte di Appello aveva riconosciuto il dottor Mecozzi responsabile di negligenza, imprudenza o imperizia sottostimando il quadro clinico che da una otite media acuta è degenerata in un ascesso cerebrale che ha portato alla morte del piccolo.Dall’istruttoria dibattimentale è risultato che il medico non ha effettuato una visita ortoscopica, ma soprattutto ha prescritto una terapia esclusivamente a base di trattamenti omeopatici, omettendo invece di prescrivere le necessarie terapie antibiotiche, come raccomandato dalle Linee guida della Società Italiana di Pediatria e del Ministero della Salute. Mecozzi aveva prospettato ai genitori del bambino la possibile insorgenza di gravi malattie quali sordità ed il coma epatico come possibile conseguenza della somministrazione di farmaci antibiotici e per questo li aveva esortati a non somministrarli e addirittura a non condurre il bambino in ospedale. Nel processo si sono costiuiti il nonno del ragazzo, patrocinato dall’avv. Federica Mancinelli e l’Unione Nazionale Consumatori, patrocinata dall’avv. Corrado Canafoglia e supportato dal prof. Matteo Bassetti e dal prof. Enrico Bucci, i quali hanno confermato che la causa del decesso fosse riconducibile alla condotta negligente del medico imputato.Oltre all'omeopata erano finiti a processo, con rito abbreviato, anche i genitori del bambino, Marco Bonifazi e Maristella Olivieri, nel 2019 furono condannati a tre mesi di reclusione, con sospensione della pena. I coniugi Bonifazi, secondo il giudice, non avrebbero esercitato "vigilanza e vaglio di attendibilità dell’attività svolta dal medico".Puoi commentare l'articolo su Vivere Urbino


Antonio Mancino