navigazione: Home > Attualità > Fermo: Il Fermano si spopola. Cala la popolazione. Crescono i problemi. Qualche spunto dal 18^ rapporto sulla Sussidiarietà

Fermo: Il Fermano si spopola. Cala la popolazione. Crescono i problemi. Qualche spunto dal 18^ rapporto sulla Sussidiarietà

Continua a scendere la popolazione del Fermano. Il censimento del 2011 la dava a 178.333 unità. A maggio del 2023 s'era assottigliata a 167.644. Nuovo crollo nell'arco di un anno che l'ha ridotta a 167.438.

Vanno giù pesantemente i comuni di Sant'Elpidio a Mare, Torre San Patrizio, Monte San Pietrangeli e Montegiorgio. Tiene botta la costa di Atidona, la collina di Montegranaro e la piana di Falerone.Porto San Giorgio scenderà sotto i 15 mila abitanti.Incidono il calo demografico e gli spostamenti verso alcune aree prossime alla costa. Inoltre, la popolazione residente sarà sempre più vecchia.La situazione, specie in alta collina, comporterà in futuro diversi problemi, tra cui gli accorpamenti delle scuole – inutile nascondersi dietro a un dito - e la necessità di assistenza agli anziani. Proprio in questi giorni verrà presentato il 18^ Rapporto sulla Sussidiarietà. Ha come titolo: Welfare motore di sviluppo? Sì, ma previa ristrutturazione.Il volume può aiutare la politica ad orientarsi meglio.Il Rapporto indica come principali criticità del sistema la disomogeneità territoriale della spesa e la sua allocazione sbilanciata, b) la mancanza di un esame approfondito dei bisogni, c) la eterogeneità delle norme e la policentricità eccessiva dei centri di governance, d) la tendenza a standardizzare e irrigidire l’offerta. Il tutto in un contesto in cui crescono le diseguaglianze.Tra gli spunti di riflessione c'è quello del Welfare come fattore di sviluppo spiegando che sistemi di protezione sociale forti e ben organizzati svolgono una funzione fondamentale, oltre che nel rispondere ai bisogni di salute, assistenza, educazione e previdenza, anche nel costruire società coese ed economie solide. L’Italia – si sosteine nello studio - dovrebbe lavorare per un welfare più moderno, con maggiori investimenti sul capitale umano, istruzione e formazione continua e maggiori servizi alle famiglie (come gli asili nido).Ma, ocorrono riforme necessarie. Per mantenere il suo carattere universalistico ed essere all’altezza delle sfide attuali, il welfare italiano ha bisogno di essere in parte riformato. Con due idee guida; spostarsi da una visione puramente “amministrativa” dei bisogni verso un approccio olistico che consideri l'unità della persona;  incrementare una collaborazione tra pubblico, privato e Terzo settore.Determinante sarà l'approccio sussidiario perché appare in definitiva cruciale il ruolo dell’approccio collaborativo e il metodo della “amministrazione condivisa”  alla luce di una applicazione virtuosa del principio di sussidiarietà. Venerdì, 10 gennaio 2024     Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Adolfo Leoni