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Il lavoro nelle Marche? Ancora povero, discontinuo e con salari bassi, specie tra i giovani con 12mila euro annui

Il lavoro nelle Marche? Ancora povero, discontinuo, con salari bassi, specie tra i giovani con 12mila euro annui, e cioè il 40% in meno rispetto ai lavoratori. E’ il quadro che emerge dai dati Inps, elaborati dall’ Ires Cgil Marche, nel report presentato martedì al convegno, promosso dalla Cgil Marche, “Anche le Marche verso la piena sottoccupazione”.

Nel 2023, nelle Marche il numero dei lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici) è stato pari a 463.455, con un incremento di oltre 5mila lavoratori rispetto al 2022 (+1,1%). In termini relativi, l’aumento risulta essere meno accentuato rispetto a quello verificatosi nel Centro Italia e nell’intero Paese (entrambe le aree registrano +2,3%). Analizzando le tipologie contrattuali emerge che in termini assoluti la crescita complessiva dell’occupazione regionale coincide con quella a tempo indeterminato, la quale in un anno ha osservato un incremento di 6.790 lavoratori (+2,1%). I lavoratori a tempo determinato diminuiscono di oltre 2mila unità (-1,9%) e si attestano al 23,7% del totale. Al contempo, i lavoratori stagionali aumentano di oltre 500 unità (+3%) e la loro incidenza rimane pressoché invariata rispetto al 2022.Rispetto a dieci anni fa, la notevole crescita si è principalmente concentrata sui lavoratori a termine (+35mila unità, +47,8%), mentre quelli a tempo indeterminato sono stati caratterizzati da un aumento molto meno accentuato (+23mila unità, +7,4%). Contestualmente il part-time è stato oggetto di un incremento di 34mila lavoratori (+30%). Gli intermittenti aumentano dell’1,7% in un anno e del 59% in dieci anni, il quale in termini assoluti corrisponde ad un incremento di oltre 14mila unità. Attualmente questi rappresentano l’8,3% dei lavoratori dipendenti privati.Nel 2023, la retribuzione media lorda annua percepita nelle Marche è pari a 20.956 euro e rispetto al 2022 ha osservato un aumento di 667 euro, pari a +3,3%.Le retribuzioni medie nelle Marche sono ancora significativamente inferiori al valore medio delle regioni del Centro (-2.031 euro, -8,8%) e a quello medio nazionale (-2.705 euro, -11,4%). I lavoratori dipendenti a tempo parziale percepiscono in media 12.184 euro, valore che scende a 5.383 euro per i lavoratori stagionali. I lavoratori a tempo determinato percepiscono mediamente 10.389 euro lordi annui.I lavoratori con contratto di lavoro standard (a tempo pieno e indeterminato) percepiscono in media 29.398 euro lordi annui, valore comunque nettamente inferiore rispetto ai loro colleghi del Centro Italia (-4.224 euro) e dell’Italia nel complesso (-4.743 euro).Le lavoratrici si attestano a 203mila unità (44%). Più della metà di queste ha un rapporto part-time (50,4%) contro una percentuale del 18,4% tra i lavoratori uomini e poco più di una lavoratrice su tre ha un contratto a tempo pieno e indeterminato (34,2% contro 65,3% tra gli uomini).Dall’anno precedente la crescita dei lavoratori è stata maggiore negli uomini (+1,5%) rispetto alle donne (+0,7%).Sono altresì significative le differenze retributive tra uomini e donne, riflesso di alcune peculiarità interne al nostro mercato del lavoro e di fenomeni di segregazione verticale e orizzontale che lo permeano. Nelle Marche le lavoratrici dipendenti del settore privato percepiscono mediamente 7.207 euro lordi annui in meno (-29,9%) rispetto ai colleghi uomini. In termini contrattuali, il maggiore utilizzo del part-time da parte delle donne giustifica solo il parte questo divario, in quanto le lavoratrici con contratto a tempo pieno e indeterminato guadagnano mediamente 4.125 euro lordi annui in meno (-13,5%) rispetto agli uomini con la stessa tipologia contrattuale.Osservando lo scenario tra le classi di età, rispetto al 2022 l’aumento è ascrivibile sostanzialmente alla crescita dei lavoratori con 50 anni e oltre (+6.577 unità, +4,5%), sebbene anche la componente degli under 30 abbia avuto un incremento non trascurabile (+1.328 unità, +1,4%). Di converso, le fasce di età mediane (30-39 anni e 40-49 anni) sono state caratterizzate da una diminuzione.Sotto questa cornice è altresì importante evidenziare l’impatto del precariato sulle giovani generazioni, caratteristica ormai strutturale del nostro mercato del lavoro. Ad avere un contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato è la metà dei lavoratori nel loro complesso (51,6%), ma il valore si abbassa al 35,7% tra gli under 30. Inoltre, se per la totalità dei lavoratori il part-time incide per il 32,4%, per gli under 30 la percentuale sale al 37,9%. Nelle Marche, gli under 30 percepiscono mediamente 12.568 euro lordi annui, circa 8.388 euro in meno (-40%) rispetto alla totalità dei lavoratori. In termini di tipologia contrattuale il divario rimarca il riflesso dell’utilizzo più accentuato di contratti a tempo parziale e a termine da parte delle giovani generazioni, sebbene anche a parità di contratto a tempo pieno e indeterminato gli under 30 guadagnano comunque il 29,9% in meno rispetto alla generalità dei lavoratori. Ulteriore fattore di squilibrio retributivo è riscontrabile nell’elevata incidenza di giovani in settori tipicamente a bassa retribuzione. Ad esempio, nelle Marche il 44,6% dei lavoratori degli Alberghi e ristorazione è composto da under 30.Abbiamo esaminato anche la discontinuità lavorativa (intesa come periodo retribuito inferiore ad un anno) che è una delle principali determinanti del disagio salariale. In particolare, i lavoratori a termine (sia full-time che part-time) che non arrivano ad un anno retribuito, pari a 116.716 (25,2%), denotano una condizione relativamente peggiore, posizionandosi sotto la soglia dei 10mila euro lordi annui.Dalla distribuzione risulta evidente l’enorme incidenza (60,2%) dei lavoratori con salari medi inferiori alla media generale. Tale aggregato è composto dai discontinui, pari a 215mila dipendenti (46,5%) e dai lavoratori part-time per l’anno intero che ammontano ad oltre 63mila (13,7%).“Sebbene ci sia un aumento degli occupati, le dinamiche che caratterizzano il mercato del lavoro regionale restano invariate, evidenziando disuguaglianze inaccettabili in termini di qualità e stabilità del lavoro, delle retribuzioni e di opportunità di crescita professionali, soprattutto per donne e giovani under30”, sostiene Eleonora Fontana, segreteria regionale Cgil Marche. “Occorrono – aggiunge - politiche regionali serie da affiancare ai finanziamenti europei per invertire tali tendenze. Il 40% dei giovani ha un contratto part time con retribuzioni di poco superiori ai 12.000 euro medi lordi annui, con discontinuità lavorativa che non consente loro di progettare il proprio futuro in questa regione. I divari di genere sono ancora significativi in termini di salario (29,9%)”. Conclude Fontana: “In Commissione regionale lavoro, abbiamo evidenziato la necessità di fare azioni sulla base di questi target: vedremo come saranno orientati gli interventi del Programma per il lavoro per il 2025 e se le donne e i giovani avranno la giusta considerazione, con l’opportunità di accedere ad un lavoro stabile e ben retribuito”.https://www.marche.cgil.it/wp-content/uploads/2024/12/Impaginato_DEF_Lavoratori-dipendenti-privati_2023.pdf Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


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