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Interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, Bora (Pd) torna a sollecitare il recepimento delle linee guida ministeriali

Con una interpellanza a prima firma della consigliera Manuela Bora, i gruppi consiliari del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle tornano a chiedere alla giunta Acquaroli l’aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali per l’interruzione volontaria di gravidanza e la piena applicazione dell’articolo 15 della Legge 194 che assicura l’utilizzo delle tecniche più moderne e rispettose dell’integrità psicofisica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza.

“A fronte di un quadro nazionale – afferma Bora - in cui quasi tutte le Regioni hanno avviato la somministrazione della Ru486 in regime ambulatoriale fino alla nona settimana di gestazione, e in alcuni casi la prescrizione della seconda dose del farmaco a domicilio, la regione Marche è ancora ferma al 2016 in applicazione di un protocollo sperimentale adottato dalla precedente giunta di centrosinistra”. Nei consultori pubblici marchigiani, che la riforma sanitaria di Acquaroli continua a depotenziare e dove il fenomeno dell’obiezione di coscienza ha superato il 70%, il ricorso al metodo farmacologico è quasi impossibile. Anche per questo, crescono gli ostacoli per le donne che scelgono di interrompere una gravidanza e che sono spesso costrette a rivolgersi fuori regione con conseguenti costi aumentati a carico del Servizio Sanitario Regionale. “Nelle Marche, il mancato recepimento delle Linee guida ministeriali del 2020 – spiega Bora – limita la possibilità di accedere all’Ivg farmacologica a sette settimane, anziché a nove, come invece avviene in altre regioni. Contestiamo le posizioni ideologiche assunte dalla giunta Acquaroli perché limitano la libertà di scelta delle donne sul proprio corpo, aumentano le spese sanitarie e causano maggiori e inutili disagi e sofferenze chi oggi è costretta alla quasi unica opzione dell’aborto chirurgico. E’ tempo anche per le Marche di uscire dall’arretratezza e di garantire metodi più avanzati, che anche i dati scientifici dimostrano essere sicuri e meno invasivi per le donne.”Puoi commentare l'articolo su Vivere Jesi


Manuela Bora - consigliere regionale Pd