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Fermo: Porto Sant'Elpidio: "Non fatemi applausi perché vorrei costruire qualcosa con voi" Miloud Oukili lancia un appello alle associazioni del territorio

Parlare dell'incontro con Miloud Oukili è un modo per ringraziarlo, non solo di essere venuto a Porto Sant'Elpidio in una sala gremita, ma anche per ringraziarlo di essere nel mondo e agire come agisce.

All'interno della sala della Casa del Volontariato Miloud ha raccontato di sé, presentato da Paola Pandolfi e Laura Marziali, ospite della LILT nella persona di Federico Costantini, che ha ricordato con emozione l'accoglienza dei ragazzi di Miloud a Porto Sant'Elpidio un giorno di ventuno anni fa, quei ragazzi ai quali la giocoleria e il sorriso hanno dato speranza di una vita migliore. Iniziando dal principio, il primo approccio tra la figura di un giovane clown e la delicata situazione dei ragazzi dimenticati (così preferisce chiamarli, al posto di "bambini di strada"), fu a Bucarest, in una Romania colpita dalla povertà in cui i giovani non avevano prospettive. Si rifugiavano nelle fogne e spesso finivano per drogarsi. Miloud li ha incontrati e ha capito che avrebbe potuto aiutarli. "Non sono riuscito a salvarne uno – dice spiazzando il pubblico con la sua umiltà e la sua lucidità – ma siamo cresciuti insieme e abbiamo tolto il pregiudizio e il giudizio dalle nostre menti". È questo il lavoro che negli anni ha svolto la sua fondazione: insegnare ai ragazzi, figli di realtà povere, un modo per ridere, divertirsi e crescere grazie alle arti circensi. Dopo Bucarest ha viaggiato in trentadue Paesi e ricevuto diversi premi e riconoscimenti, premi che non sempre ha voluto ricevere "perché se volevano premiare me dovevano premiare anche i ragazzi – racconta – invece questi ragazzi sembrano sempre colpevoli, ai quali mai vengono riconosciuti meriti ma solo colpe, come se fosse colpa loro l'aver vissuto in povertà".Ora i tombini di Bucarest sono vuoti, ma l'esigenza che all'epoca si manifestava lì, ora è a Parigi, in Italia, a casa del vicino. "L'invisibile parte dal visibile – sostiene Miloud – ci sono situazioni quotidiane nei nostri quartieri che hanno bisogno di essere viste, per cui bisogna dialogare col proprio territorio". Dopo l'incontro con gli studenti del Polo Urbani, Miloud il clown è stato anche in zona Lido Tre Archi, dove ha incontrato i giovani abitanti del quartiere e ha conosciuto un'altra realtà. "Bisogna andare dai nostri vicini di casa per capire". L'appello, lanciato a cuore aperto, di creare collaborazioni con il territorio, è stato raccolto dalle associazioni presenti durante la serata, tra le quali Bla Bla Clown, la Crisalide e AVIS. Lasciare un seme è importante, come dice Miloud, ma va fatto crescere insieme: "se da questa serata nascerà una collaborazione, il mio viaggio sarà ancora più lungo e io più felice". Le associazioni, i singoli clown, i giocolieri, coloro che operano sul territorio o hanno qualcosa da voler condividere, sono invitate a proporsi per far nascere una collaborazione anche in territorio fermano.Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Marina Mannucci vf