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Fermo: Monte San Pietrangeli: Pellami Due C, innovazione, ricerca e sviluppo per resistere alla crisi

Intervista a Carlo Carlacchiani, titolare della Pellami Due C, azienda di Monte San Pietrangeli da 30 anni attiva nel settore conciario che ha lanciato quest’anno l’innovativa “pelle al baco”.

Si è conclusa pochi giorni fa Lineapelle a Milano, la più importante fiera internazionale dedicata ai settori pelli, accessori, componenti, sintetico, tessuti e modelli per calzatura. Com'è andata?In realtà, male. Le aspettative non erano rosee, ma la realtà le ha superate… in peggio. Le presenze, come riportato dalla stampa, ci sono state, ma la fiera ha risentito in maniera importantissima dell'attuale crisi dei consumi. Per questo, a mio avviso, oggi queste fiere non hanno più molto senso, purtroppo. Inoltre, non va dimenticato che sono sempre meno i produttori di calzature in Europa, dunque sempre meno anche i potenziali clienti da intercettare alle fiere: tra chi ha fallito e chiuso per la crisi e chi ha risentito del mancato ricambio generazionale, restano solo pochi clienti che però sono fortemente limitati dalla crisi dei consumi e dall’inflazione e da tutta la situazione economica che conosciamo. Un settore che, dunque, è ancora in crisi. Trovi che ci siano maggiori difficoltà sul mercato italiano, rispetto a quello estero?Soffre il mercato italiano, così come quello spagnolo, il portoghese, il tedesco, ma anche i mercati fuori dall’Europa: lavorano poco pure i calzaturifici pakistani che lavorano a loro volta per i grandi marchi tedeschi; la crisi è ormai generalizzata, e a oggi funziona solamente il fast fashion, quindi aziende come Inditex, ovvero il gruppo Zara e H&M - e questo si ricollega al fatto che la classe media è sempre più impoverita dall’inflazione alle stelle. Un dato allarmante: nel 2023 sono state prodotte 1,5 miliardi di calzature a livello globale - questo rende l’idea della crisi che stiamo attraversando.Come se ne esce, a tuo avviso?Con il buonsenso e con ricerca, sviluppo e innovazione. Sono elementi fondamentali. Il buonsenso, perché dopo l’“ubriacatura finanziaria” che abbiamo vissuto dobbiamo tornare a produrre secondo sani principi, a produrre perché ci piace fare calzature belle, di qualità e che costino il giusto. Ovviamente, in questo è fondamentale anche il ruolo del governo. E poi ricerca e innovazione, in cui bisogna assolutamente investire - e anche in questo è importante il ruolo delle istituzioni.A proposito di ricerca e innovazione, a Lineapelle la Due C ha lanciato un’importante novità, la “pelle al baco”. Ci spieghi cos’è? Da un incontro casuale con una start-up americana è nata l’idea di sfruttare, per le nostre pelli conciate, lo stesso meccanismo usato dalle creme corpo sulla nostra pelle, la creazione, cioè, di un legame basato su proteine. Abbiamo quindi studiato a lungo qualcosa di idoneo e, alla fine, ne è nato un sistema di rifinitura innovativo che sfrutta le proteine dei bachi da seta: il pellame rifinito con questo metodo risulta setoso al tatto e ha performance eccellenti, con una permeabilità al vapore acqueo superiore al 200% rispetto alle classiche rifinizioni. Da piccoli test iniziali superati in maniera straordinaria siamo passati quindi alla fase beta e, poi, all’industrializzazione, uno step complesso che abbiamo portato a termine con successo, proponendo ai nostri clienti un prodotto che è di qualità eccellente e, oltretutto, frutto di un processo biologico.Una svolta ecologica nel settore pellami?Ecologia è un termine abusato, soprattutto in questo settore. Abbiamo coniato una formula, EBN (Ecologico, Biologico, Naturale), ed è questo che ispira i nostri prodotti. Nella pelle al baco, è la rifinizione a essere biologica, il pellame resta quello di origine animale. Il pellame viene conciato in maniera classica ma viene poi applicato questo tipo di rifinitura che è nettamente meno inquinante, oltre a essere più performante di quella tradizionale. Applichiamo, quindi, un processo che è a tutti gli effetti bio. La svolta ecologica non si realizza in un giorno, preferiamo essere trasparenti e garantire prodotti di qualità nel rispetto della Terra. Intanto, iniziamo con un piccolo ma importante step.Quali sono le prospettive per il futuro della Pellami Due C?Il futuro è con un occhio costantemente rivolto alle innovazioni. Sempre rispettando l’etica, la società e, ovviamente, l’ambiente e la natura. Ho voluto coniare un nostro slogan… “non ci rivolgiamo al lusso, ma al bello e al ben fatto”. Bello, perché l’estetica è fondamentale nel nostro settore, e ben fatto, perché dobbiamo garantire un prodotto di elevata qualità, ben fatto, appunto. Credo che il futuro della Pellami Due C si concentrerà proprio su questo: il bello e il ben fatto. Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Roberta Ripa