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Fermo: "Scale mobili bloccate, non ne possiamo più, serve più educazione e responsabilità!"

FERMO - È lo sfogo di Mauro Torresi accaldato e che ha perso la pazienza. Solo ieri diversi interventi del vicesindaco e della Polizia Municipale per correre dietro a ragazzini che bloccano le scale mobili abusando del tasto di arresto di sicurezza. I regolamenti e i vuoti normativi favoriscono i teppisti.

  «In pochi giorni siamo dovuti andare diverse volte io, la Polizia Municipale e anche il sindaco a riattivare le scale mobili del versante nord (via delle Mura-via Sant'Anna) spesso bloccate perché giovani teppisti si divertono a spingere il pulsante di sicurezza - le parole del vicesindaco e assessore alla viabilità del Comune di Fermo - ieri mi è preso quasi un colpo di calore e ho perso la pazienza, non le arriviamo tutte. Per far ripartire le scale mobili è necessario che qualcuno autorizzato dall'Amministrazione comunale vada sul posto per il ripristino. Non è possibile la riattivazione da remoto che semplificherebbe di molto l'operazione e consentirebbe di ridurre il periodo di mancato funzionamento da diverse ore a pochi minuti: abbiamo chiesto questa possiblità all'Ansfisa (ex Ustif, autorità che ha la responsabilità di tutti i sistemi di trasporto pubblico di massa, dalle ferrovie alle scale mobili pubbliche, passando per i "trasporti ettometrici" ndr.) ma ci hanno detto che la normativa non lo consente, e così ogni volta qualcuno di noi deve andare a far ripartire le scale mobili. Oggi è già la terza volta che ci devo andare e non ne posso più!  Scusate lo sfogo, ma sarebbe necessaria una campagna di sensibilizzazione, indirizzata sia ai genitori, sia ai giovani che devono convicere i loro coetanei (sono sicuramente una esigua minoranza) a smetterla di danneggiare la città!».  Terminano qui le parole accorate del vicesindaco.Le scale mobili sul versante nord e l'ascensore inclinato a sud, salutati come una innovazione e una grande comodità per la città di Fermo, si sono rapidamente trasformati in un incubo per i frequenti danneggiamenti compiuti da giovanissimi: nell'ascensore inclinato di viale Ciccolungo uno riuscito due mesi fa e uno tentato un anno fa, mentre per le scale mobili di via Sant'Anna frequenti blocchi sia diurni che notturni. Secondo la legge il pulsante di arresto per motivi di sicurezza è obbligatorio e deve essere facilmente azionabile da tutti, anche di bassa statura, ciò rende più facile i dispetti.  Le telecamere di sorveglianza presenti non sono sufficienti perché con un semplice berretto il volto è coperto e non riconoscibile e non è pensabile posizionare stabilmente h 24 un agente o anche un addetto alla sicurezza.Una possibile soluzione sarebbe piazzare altre telecamere che riprendono anche dal basso o da tutte le prospettive inquadrando meglio il volto dei teppisti. Il problema è che, anche quando identificati, dal punto di vista giudiziario la sanzione penale è incerta perché per i minorenni la punibilità è ridotta o esclusa per reati di questo genere, e poi non è neanche chiaro quale tipo di reato si possa configurare: non è un danneggiamento perché è solo un blocco momentaneo del funzionamento; non è interruzione di pubblico servizio perché il disguido è troppo poco importante per la legge penale e non trattasi di un servizio essenziale. Sotto il profilo civilistico è difficile quantificare un danno patrimoniale, per lo stesso motivo complicata anche la sanzionabilità amministrativa ai sensi dell'art. 15 del Codice della Strada, l'unico ipotizzabile. In conclusione c'è un vuoto normativo per punire un comportamento che però crea grandi problemi. Infine sono ormai in disuso da decenni le sanzioni in voga in passato e che erano molto più rapide, efficaci e convincenti di quelle giudiziarie, cioè le sculacciate o sonori ceffoni dei genitori.Anche questo problema, come quello dell'immondizia gettata in giro, andrebbe affrontato da una prospettiva opposta, cioè non solo con la repressione ma anche con educazione o, come minimo, con la sensibilizzazione. Però guardandosi intorno anche quella dell'educazione sembra una battaglia contro i mulini a vento.ARTICOLI CORRELATIhttps://www.viverefermo.it/2024/06/23/fermo-teppista-strappa-la-telecamera-di-sorveglianza-dellascensore-inclinato/299681/https://www.viverefermo.it/2023/08/14/fermo-teppistelli-in-ascensore-pizzicati-dalle-telecamere-e-redarguiti/149638https://www.viverefermo.it/2018/11/26/fermo-identificati-i-responsabili-del-danno-alle-scale-mobili-di-via-delle-mura/707539/https://www.viverefermo.it/2018/12/06/fermo-ripristinata-la-funzionalit-delle-scale-mobili/708993/Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Paolo Bartolomei