Pronto soccorso in tilt e 118 in affanno, Mangialardi: âSullâemergenza-urgenza il centrodestra rischia di giocare con la vita delle personeâ
"Purtroppo non stupisce che lâondata di calore che sta investendo in questi giorni le nostre città stia facendo collassare i pronto soccorso della provincia di Ancona. I mancati investimenti e le carenze di organico rappresentano una costante degli ultimi quattro anni. Se poi ci aggiungiamo che i problemi di Torrette vengono scaricati sugli altri ospedali del territorio, aumentando le loro criticità , abbiamo la cifra esatta del fallimento sanitario targato Acquaroli-Saltamartini-Salvi. T
anto il personale sanitario quanto lâutenza, specie gli anziani e le persone fragili, continuano a vivere lâincubo che ha preso forma nel 2020, senza che vi siano segnali di controtendenza. Anzi, ciò che registriamo è un continuo peggioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario, con medici e infermieri costretti a sobbarcarsi ore e ore di straordinario per permettere ai colleghi di fruire delle ferie previste dal contratto. Un fenomeno che, inevitabilmente, porta a una ricaduta sulla qualità dei servizi, peraltro sempre più frequentemente esternalizzati a ditte private per svolgere attività assolutamente ordinarieâ. A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi. Il consigliere del Pd solleva poi anche il tema della mala organizzazione del sistema dellâemergenza-urgenza.âEsiste una questione enorme - afferma Mangialardi - che riguarda la pessima organizzazione del poco personale a disposizione dedicato alla gestione dellâemergenza-urgenza. Proprio in questi giorni, infatti, sta scoppiando il caso delle cosiddette auto medicalizzate, cioè quei mezzi con medico a bordo a supporto delle associazioni che svolgono il servizio del 118. Un paio di sere fa, nonostante i rischi a cui gran parte della popolazione è esposta a causa della calura estiva, per lâintero tratto di costa da Senigallia ad Ancona, e per le aree interne fino a Jesi, câera un solo medico di stanza a Chiaravalle per coprire un bacino complessivo di 170 mila cittadini, senza contare le migliaia di turisti soggiornanti nel nostro territorio, mentre una unità a testa era disposizione dei comuni di Fabriano, Sassoferrato e Cingoli. Eâ evidente che non câè solo un problema di risorse, ma anche di inadeguatezza delle decisioni organizzative che vengono prese e che non credo siano estranee alle direttive politiche della giunta regionale. Così facendo, però, si rischia di giocare letteralmente con la vita delle persone. Spero che la giunta regionale se ne renda contoâ.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia
Maurizio Mangialardi (consigliere)