
Fermo: Aggiungi un posto a tavola. Gran successo a Fermo. Il disturbo dei cellulari e la soluzione proposta
Esilarante e simpaticissimo, e anche âpulitoâ. Il musical Aggiungi un posto a tavola ha compiuto 51 anni dalla nascita, e pure resta fresco e immediato come in quel lontano 1974 con Johnny Dorelli nella parte di don Silvestro.
A mezzo secolo di distanza quel ruolo è stato ricoperto da uno scoppiettante Giovanni Scifoni. Per non dire del cast, tra cui l'immarcescibile Lorella Cuccarini e l'incontenibile Sofia Panizzi nei panni di Clementina.Al Teatro dell'Aquila di Fermo lo spettacolo ha fatto il pienissimo, tanto da dover essere prolungato di giorni. Anche oggi pomeriggio andrà nuovamente in scena.La storia è risaputa: don Silvestro è parroco di un paesello di montagna. Dio gli parla intimandogli di costruire un'arca in vista di un altro diluvio. Il sindaco ateo (Marco Simeoli), buono a cambiar casacca ma non la fascia tricolore che indossa anche per andare a letto, prima lo ostacola poi, interessato, lo favorisce. I paesani seguono le indicazione del prete e costruiscono l'imbarcazione.Nel frattempo, piomba in paese una donna di facili costumi, la Consolazione (un nome una prospettiva) proposta da Lorella Cuccarini. Disastro nelle famiglie? Non proprio. Tutti possono, cambiare, anche lei (diverrà moglie più che soddisfatta del pirotecnico e superlativo Totò-Francesco Zaccaro) che è esperta in amore mercenario, ed anche Clementina follemente innamorata di don Silvestro e poi felice sposa di un carabiniere.Al momento del diluvio, don Silvestro non vuole abbandonare i suoi parrocchiani. Lascia l'arca e torna a terra tra le acque che salgono. Ma Dio (voce profonda di Enzo Garinei) comprende quel gesto d'amore. Così tutto finisce intorno ad un gran tavolo imbandito dove plana una colomba: aggiungi un posto a tavolo...L'ovazione degli ottocento presenti ieri pomeriggio, così come quella del pubblico dei giorni precedenti, e il prolungato applauso tributato all'intera compagnia che cosa ci dicono? Che la gente apprezza la levità , apprezza i sentimenti profondi (che non sono il buonismo), ha bisogno di ritrovarsi insieme e ritrovare un po' di spensieratezza in un mondo dove la paura dilaga.Due note a margine. Impeccabile l'organizzazione che accoglie il pubblico; ottima scelta quella compiuta dall'assessorato alla cultura.Un neo: i cellulari che, nonostante il richiamo al non usarli, s'accendevano di qua e di là in platea, bucando il buio e il suo incanto, come tante mostruose lucciole fuori stagione. Un gran fastidio.Il rimedio. La prossima volta munirsi di cerbottane e dai palchi colpire giacche degli uomini e scollature di donne più attenti alla rete che alla voce di Dio.Domenica, 16 febbraio 2025Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo
Adolfo Leoni