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Fermo: Giovani e politica. Danilo Tiglio: c'è una politica buona che guarda alle persone

Danilo Tiglio è un giovane avvocato con la passione per la politica.
Ma la Politica con la maiuscola, quella che cerca di risolvere i problemi delle persone.
Oggi vanno ricostituiti i corpi intermedi.

Danilo Tiglio è nato a Fermo l’8 febbraio del 1985, risiede sin da piccolo a Porto San Giorgio, ha ottenuto la maturità scientifica presso T.C. Onesti di Fermo, la Laurea in Giurisprudenza all’Università di Macerata, è avvocato e lavoro in una società di consulenza di Porto San GiorgioDa cosa nasce la tua passione per la politica?E’ nata sfogliando il giornale che mio padre acquistava tutti i giorni, parlando e confrontandomi sia a casa che con gli amici, soprattutto ai tempi dell’Università, che condividevano con me la passione per la politica. L’interesse per l’attualità è stata determinante nella scelta di studiare giurisprudenza, che mi ha fatto capire più a fondo come la politica incida in modo diretto, concreto e tangibile nella vita delle persone: sanità, lavoro, scuola, giustizia, infrastrutture solo per fare alcuni esempi. Interessarsene ed occuparsene significa anche apportare un piccolo contributo al bene comune, a migliorare la realtà in cui viviamo. C’è un detto che dice “Tu ti puoi disinteressare della politica, ma la politica non si disinteressa di te!”Che cosa intendi per politica?Occuparsi dei problemi delle persone, avere buone orecchie per ascoltare e leggere una realtà che cambia con una velocità pazzesca, basti pensare cosa sta avvenendo a livello internazionale, o lavorativo con cambiamenti introdotti dalle nuove tecnologie come l’ intelligenza artificiale. Tutto questo in una società sempre più multietnica, con i conseguenti problemi di convivenza e di integrazione che ne derivano, non solo in Italia. La politica la definirei una forma di servizio che si possa rendere alla collettività, ma allo stesso tempo molto impegnativa, perché richiede tempo per informarsi, approfondire ed aggiornarsi.  Perché i giovani se ne disinteressano in maggioranza?Direi perchè la politica non si occupa più dei problemi che li riguarda nonostante le promesse che vengono puntualmente fatte in campagna elettorale, facendola percepire molto distante e poco credibile. Per fare un esempio un ragazzo che esce dall’università (dopo anni di sacrifici sia personali che economici) trova condizioni imparagonabili con quelle di altri paesi, per questo in molti se ne vanno. Per non parlare poi che oggi per acquistare una casa è molto difficile con i prezzi degli immobili che ci sono e gli stipendi che si percepiscono (non solo i giovani purtroppo!)Un secondo motivo lo percepisco nel fatto che manca un appartenenza valoriale nei partiti, che oggi sono in buona parte partiti personali, anche quelli tradizionali subiscono una forte impronta del segretario di turno, non solo politica (che sarebbe legittima) ma anche nell’organigramma dirigenziale, che tende ad escludere chi di volta in volta non è espressione di quella corrente. Questo genera adesioni magari anche convinte in un primo momento, ma estemporanee quantomeno nel medio termine, perché motivate solo dal carisma del leader di turno, ma che vengono meno dopo alcune scelte non condivise. Infine dal fatto che alcune circostanze e scelte non si capiscono ed hanno contribuito ancora di più ad allontanare la gente dalla politica: per fare alcuni esempi: governi (tecnici e non) “difformi” dalla maggioranza uscita dalle urne, una legge elettorale che ha tolto le preferenze e non si possa più scegliere il proprio rappresentante, un ente provincia che ancora esiste ma che essendo divenuta dal 2014 un ente di secondo livello il presidente ed consiglieri provinciali non vengono più eletti ma votati solo da consiglieri comunali e sindaci. Da cosa è motivata la tua scelta per il partito in cui militi?Al momento non milito in alcun partito, sono stato iscritto ad Italia Viva perchè ho creduto nel progetto del Terzo Polo perché penso che nella politica Italiana ci sarebbe stato - e c’è tuttora - la necessità di un forza composta dalla parte centrista di entrambi gli schieramenti, con storie, culture e sensibilità affini (come quella cattolica e liberale), non aprioristicamente fedele ad una ideologia, che consenta di uscire dalla contrapposizione bipolare e da quella rissa quotidiana cui assiste chi segue la politica. Un partito che, potendosi muovere senza i limiti imposti dagli steccati ideologici (e demagogici) di una aprioristica appartenenza, possa dialogare e confrontarsi con le altre forze su questioni vitali per il presente e futuro del nostro paese come energia, ambiente, immigrazione, transizione green, lavoro.Purtroppo questo progetto è fallito e la cosa più grave non perché fosse stato bocciato dagli elettori - come hanno dimostrato le elezioni del 2022 - né per motivi politici, ma solo per piccole beghe, incompatibilità caratteriali ed ambizioni personali. Quest’estate Italia Viva ha deciso entrare stabilmente in coalizione con chi si è vantato per tre anni di avere mandato a casa, partiti come il Movimento 5 Stelle, A.V.S. ed una parte del PD, che come si è visto anche in passato nulla hanno a che vedere né con la storia politica di Italia Viva, né con il progetto originario del Terzo Polo. C'è grande disaffezione per la politica e i partiti. Come si può invertire la marcia?Un ruolo determinante lo possono avere i cosiddetti “Corpi intermedi” , oggi c’è bisogno di luoghi in cui “potersi formare” una opinione, cioè approfondire, dialogare, confrontarsi ed aprirsi anche a posizioni diverse dalle proprie, magari anche cambiandola una opinione che si aveva su una determinata questione, purchè questo cambiamento sia motivato. Mi ha colpito quello che disse Violante al Meeting di Rimini quest’estate “I partiti hanno smesso di essere comunità pensanti per essere comunità votanti” , oggi invece c’è bisogno di luoghi in cui la gente possa riavvicinarsi alla politica, a prescindere da cosa voti, perché quello che stiamo vivendo è un allontanamento momentaneo ma non un disinteresse, per invertire la tendenza bisogna ravvivarlo ripartendo da un bisogno.  Quali sono i punti di forza e di debolezza di questa parte di regione? Come affrontare i secondi (debolezza)?Un punto forza direi sicuramente la bellezza e la varietà del territorio. E che territorio! Le Marche sono l’unica regione il cui nome è declinato al plurale proprio per sottolineare questa caratteristica, in meno di un’ora di macchina si va dal mare alla montagna, passando per la collina, abbiamo tanti piccoli borghi che vengono a vederli (e spesso ad abitarci) anche tanti stranieri. Un altro punto di forza è la qualità della vita, viviamo in un territorio ancora a “dimensione umana” centri di non di grandi dimensioni, dove la gente ancora sostanzialmente si conosce, con problemi di inquinamento, traffico, criminalità sicuramente non paragonabili a quelli di una grande città.Un altro punto è il tessuto produttivo fatto da tante piccole e medie imprese che attraverso i loro prodotti di qualità danno lustro e lavoro a tanta gente del territorio,Il punto di debolezza direi la piccola dimensione di alcuni nostri comuni, spesso sprovvisti di servizi essenziali (asili, scuole, esercizi commerciali), che costringono a soventi spostamenti in auto i suoi abitanti, risultando poco “appetibili” soprattutto per chi ha bambini piccoli e per gli anziani. La soluzione è quella di potenziare questi servizi, implementare i collegamenti con i centri più grandi, incentivare, come già si sta facendo, l’apertura di nuove attività in centri storici di tanti piccoli borghi così come l’acquisto di case a condizioni più favorevoli per favorirne il ripopolamento. Te la sentiresti di assumere un ruolo politico/amministrativo?Si, ove trovassi un progetto politico in cui credo mi piacerebbe assumere un ruolo politico/ amministrativo. Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Adolfo Leoni