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Pesaro e Urbino si candidano a Capitale Europea della Cultura 2033

«È una giornata importante per il futuro del nostro territorio, perché oggi lanciamo ufficialmente la candidatura delle città di Pesaro e Urbino a Capitale Europea della Cultura 2033».

Questa mattina nell’ex sala del Consiglio del Comune di Urbino, il sindaco Matteo Ricci e quello di Urbino Maurizio Gambini, hanno reso nota la volontà di concorrere al prestigioso riconoscimento, che per un anno attribuisce la possibilità ad una città europea di mettere in mostra la vita e il suo sviluppo culturale.

«Lo facciamo insieme ad Urbino - continua Ricci -, con l’intento di costruire un pezzo di sviluppo culturale, turistico ed economico del nostro territorio. Questa è la sfida che lanciamo, consapevoli che la strada da fare è lunga ma sapendo che giocare d’anticipo ci consente un elemento di competitività importante. Pesaro e Urbino sono l’unica realtà co-capoluogo d’Italia, elemento storico che vogliamo rafforzare per il futuro. In più, Pesaro è la città di Rossini, festeggiato lo scorso anno in occasione del 150esimo anniversario dalla sua scomparsa, mentre Urbino ha Raffaello, che sarà celebrato nel 2020: due grandi personalità dell’arte italiana che promuovono l’Italia nel mondo in questi anni».

Il sindaco Ricci ha poi ricordato il riconoscimento Unesco: «Urbino, da anni patrimonio straordinario tra i più belli al mondo, Pesaro dal 2017 Città della Musica e tra pochi giorni ospiteremo anche il Rof. Non siamo solo co-capoluogo, ma siamo due città con grandi personalità che stanno promuovendo l’Italia nel mondo: insieme abbiamo grande forza. Siamo la prima realtà in Italia che ha deciso di candidarsi ad un obiettivo di questo tipo, ed è importante farlo quest’anno perché questo è l’anno dell’Italia».

A turno una città europea si fa portabandiera della cultura: Il 2019 è l’anno di Matera, nel 2033 la protagonista sarà di nuovo un’italiana. «I frutti che seminiamo oggi, dal punto di vista amministrativo verranno raccolti da altri, ma il punto è dare una direzione di marcia al nostro territorio in una fase nella quale lo sviluppo artistico e culturale è diventata una questione attorno alla quale poter costruire nei prossimi anni ancora più posti di lavoro. È fondamentale, quindi, garantire un futuro e lavorare in prospettiva. Una delle prime cose che faremo sarà incontrarci con i sindaci della provincia, perché questo diventerà un progetto di valorizzazione del territorio».

Una strategia chiara, con un obiettivo molto semplice: «Posizionarci tra le prime realtà italiane che investono sulla cultura. Ci piacerebbe incaricare l’Isia e la scuola d’Arte Mengaroni per il logo della Capitale Europea delle Cultura, da presentare entro la fine del 2019: siamo convinti che solamente giocandoci la candidatura andremo a rafforzare le unità culturali del nostro territorio, sviluppando già molti progetti». Tra questi, quelli infrastrutturali: «Vogliamo avere le due città collegate bene, con una nuova Pesaro-Urbino».

«La nostra Amministrazione ha valutato la proposta del Sindaco di Pesaro con molta attenzione - così Maurizio Gambini - e abbiamo concordato di aderire con entusiasmo, perché crediamo che le nostre città, unite, possano avere le caratteristiche giuste per arrivare all’obiettivo che nel 2019 non siamo riusciti a centrare come città di Urbino. Oggi presentiamo la nostra proposta di intenti, ma adesso ci sarà un grande lavoro da fare per strutturare al meglio la candidatura, con l’obiettivo di creare una risorsa per tutto il nostro territorio. La candidatura delle città capoluogo, Urbino e Pesaro, infatti, non deve essere isolata, ma deve fare rete e coinvolgere anche gli altri Comuni della provincia. Per prima cosa credo sia fondamentale pensare a strutturare bene i collegamenti tra i nostri due capoluoghi e verso l’esterno, affinché la nostra provincia possa uscire dall’isolamento e possa davvero aprirsi e farsi conoscere al mondo. Ognuna delle due città porta un’identità forte, che per entrambe vede il riconoscimento prestigioso dell’Unesco, mettendo insieme le risorse e lavorando uniti nella stessa direzione possiamo creare le condizioni giuste per lasciare un’eredità preziosa ai nostri territori».Puoi commentare l'articolo su Vivere Urbino


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