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Rapa e Carloni: arretrare la ferrovia si può, con idee chiare e un progetto di fattibilità

Il recente clamore suscitato dai progetti definitivi delle barriere fonoassorbenti, inoltrati dalle Ferrovie ad alcuni comuni marchigiani, ha riportato al centro del dibattito politico la questione della linea ferroviaria lungo la costa nella nostra Regione.

Un rapporto che nasce alla fine dell'Ottocento e che ha marcatamente segnato lo sviluppo delle città costiere, sia dal punto di vista morfologico che economico. Basterebbe fare un giro in treno da Pesaro a San Benedetto del Tronto per verificare come le case, nel tempo, siano state costruite letteralmente a ridosso dei binari.

E' da qui che nascono i problemi delle barriere fonoassorbenti -oggi da tutti criticate, amministrazioni e cittadini- affrontati in prima battuta con una legge risalente al 2000 e che oggi sta portando ad una prima parziale quanto invasiva soluzione, riaccendendo il dubbio sulla sua vera utilità. Utilità messa in discussione da molteplici nuove problematiche, molte delle quali forse più pesanti del danno acustico. Durante l'ultimo consiglio regionale la Giunta si è espressa contro la linea di RFI, in modo da accogliere il timore dei Comuni coinvolti. Ma al di là delle barriere, il tema vero rimane quello di effettuare un cambio di passo e iniziare a progettare quello che seriamente porrebbe fine ai tanti disagi della ferrovia lungo la costa: il suo arretramento.

Per questo il consigliere regionale Boris Rapa- Uniti per le Marche, assieme al consigliere Mirco Carloni- Area popolare, ha depositato una mozione con lo scopo di avviare un confronto con il Ministero delle Infrastrutture e RFI per predisporre poi un tavolo di lavoro in tempi brevi. "Oggi la situazione è cambiata profondamente" dichiarano i consiglieri, "e il tema dei trasporti è legato non solo agli spostamenti e alle abitazioni, ma anche al turismo, alla tutela dell'ambiente, alla salute: tutti nuovi ed importanti elementi del contesto urbano che non possono essere assolutamente esclusi dal dibattito".

Del resto, l'ipotesi è già prevista nel Piano Infrastrutture della Regione Marche. Per questo i consiglieri fanesi chiederebbero di predisporre un progetto sulla fattibilità di arretramento della linea Adriatica, che potesse quanto meno dare il via ad un ragionamento concreto. "Pensiamo sia intanto utile verificarne almeno la possibilità" aggiungono Rapa e Carloni, troncando una volta per tutte le discussioni sul tema. E concludono: "Con idee chiare, valutando costi e vantaggi, potremmo già iniziare a pensare ad una progettazione. Basta rimandare. E' necessario riprogrammare e concretizzare gli interventi in parola lungo la ferrovia adriatica con azioni lungimiranti e di reale soluzione del problema, rendendole meno impattanti per la vita dei cittadini e per l'economia turistica del nostro territorio".

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