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Strage di Corinaldo: 8 nel mirino della Procura, indagati anche i proprietari e i gestori della Lanterna Azzurra

Sono otto in totale gli indagati per la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo.

E' quanto emerso durante la conferenza stampa delle due Procure di Ancona (anche quella dei Minori), cui ha preso parte anche il comandante provinciale dei Carabinieri Cristian Carrozza. Oltre al 17enne, fermato per droga, e indagato per omicidio preterintenzionale e lesioni, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche i quattro proprietari dell'immobile e i tre soci della Magic srl che gestiscono la Lanterna Azzurra. Per loro sette il reato contestato è quello di omicidio colposo aggravato. Sempre lunedì mattina sono stati fermati altri due ragazzi, un 27enne di Fano e la fidanzata cameriera, ma per possesso di droga.

Le ipotesi investigative. Al momento gli inquirenti pensano che ad agire con lo spray al peperoncino non sia stato un solo ragazzo ma più di uno. Una vera gang dedita a commettere rapine. Questo anche alla luce del fatto che una sola bomboletta al peperoncino non può essersi propagata in tutto il locale, provocando fastidi e reazioni in ragazzi sparsi per tutto il locale. Il procuratore dei Minori Giovanna Lebboroni ha tenuto a precisare che "l'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto" e che "la sua colpevolezza è tutta da dimostrare perchè al momento è stato solo individuato da alcuni testimoni come il presunto autore dello spruzzo dello spray al peperoncino". "Abbiamo a che fare -ha detto la Lebboroni- con un episodio plurimo in cui la morte è stata la conseguenza di una o più cause". Sicuramente la principale è stata il fuggi fuggi provocato dallo spray urticante.

L'indagine prosegue su più canali. Oltre a quello dell'autore o degli autori che materialmente hanno spruzzato lo spray scatenando il panico, la Procura indaga sul fronte della sicurezza e della gestione della Lanterna Azzurra. Nel mirino potrebbero finire anche i buttafuori. Oltre alla parte relativa ai permessi e alle autorizzazioni, sopratutto inerenti la maledetta uscita di sicurezza dove è crollata la balaustra provocato i sei morti, gli inquirenti devono risalire al numero esatto di persone presenti nel locali. Il numero dei biglietti venduti dichiarati dai gestori non coinciderebbe con le reali presenze di giovani nel locale. Questo sia da un riscontro empirico, prodotto dal materiale fotografico, video e da quanto visto dai soccorritori, sia da vari ingressi non associati direttamente ai biglietti staccati dalle matrici.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giulia Mancinelli