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Volpini sulla sedazione profonda per i malati terminali: "Le cure devono essere fatte anche a domicilio"

Il delicata tema delle cosiddette "cure palliative", per i malati terminali, riaccende il dibattito sulla possibilità della somministrazione anche al di fuori delle strutture ospedaliere.

A puntare i riflettori sulla necessità di allineare la Regione Marche ad altre regioni italiani è lo stesso presidente della Commissione regionale Sanità e medico di famiglia, Fabrizio Volpini. "Nelle Marche, la sedazione profonda, che non va confusa con l’eutanasia, è una procedura medica ammessa ed è compresa all’interno delle cure palliative, e che serve ad annullare la coscienza del paziente allo scopo di alleviare sintomi fisici e psichici insopportabili nel sopraggiungere della morte -afferma Volpini- E' impossibile da praticare al di fuori del contesto ospedaliero. Questo perché non è reperibile un farmaco utilizzato per questa procedura neanche dai medici che operano all’interno delle associazioni di assistenza domiciliare".

Un paradosso per Volpini "difficile da tollerare". "Da un lato il sistema sanitario,pubblico consiglia le cure domiciliari per i malati critici rispetto al ricovero ospedaliero per consentire alla persona di trascorrere gli ultimi giorni in contesto familiare e circondato dagli affetti, di contro, però, condanna la persona e la famiglia a inutili sofferenze per l’impossibilita di ricorrere alla sedazione profonda -continua Volpini- Questa situazione non è più tollerabile,anche la Regione Marche,come hanno già fatto altre regioni, autorizzi i medici che operano nel territorio di poter utilizzare i farmaci che permettono di alleviare sofferenze al malato e alla famiglia". Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giulia Mancinelli