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Cagli, quattordici richiedenti asilo vittime di sfruttamento, arrestata imprenditrice cinese

Arrestata, nella giornata di martedì 18 settembre, all'aeroporto di Fiumicino, un'imprenditrice cinese di 62 anni, da tempo residente in Italia, operante nel settore tessile nelle province di Ascoli Piceno e Pesaro Urbino, con l'accusa di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, ai danni di quattordici richiedenti asilo.

L'arresto è giunto in seguito ad una lunga attività indagine da parte dei Carabinieri del Nucleo Territoriale Ispettorato del Lavoro e dei carabinieri della Stazione Cagli.

A far partire le indagini è stata una segnalazione effettuata dalla Cooperativa Sociale Labirinto, la cooperativa che gestisce il centro di San Geronzio a Cagli, dove gli immigrati erano ospitati. Il personale della cooperativa ha notato e segnalato alla locale stazione dei carabinieri, i movimenti della donna, la quale personalmente ogni mattina si recava presso il centro per andare a prendere gli uomini per accompagnarli al lavoro.

I quattordici rifugiati, 8 pakistani, 3 senegalesi, 1 gambiano, 1 bengalese e 1 guineiano, dietro la promessa di un lavoro ben retribuito e di una degna sistemazione alloggiativa, per mesi sono stati costretti a turni massacranti di 10/12 ore al giorno per poi poter riposare in una situazione di assoluto degrado, con un compenso complessivo di poche decine di euro.

Gli Ispettori del Lavoro sono quindi intervenuti a Smirra di Cagli dove, in una palazzina risultata regolarmente locata, era stato allestito un vero e proprio laboratorio tessile. L'immobile è stato posto sotto sequestro dal personale dell'ASUR di Urbino, intervenuto congiuntamente ai carabinieri, ma neanche questo è bastato a fermare la donna, che nei giorni seguenti ha provveduto ad affittare una porzione di un capannone nella zona industriale di Cagli, dove poter proseguire la propria attività. Con il diffondersi della notizia e con il rischio di perdere i propri clienti, la donna aveva provveduto a regolarizzare fittiziamente due dei richiedenti asilo, ma nonostante ciò questi non avevano mai percepito alcun reddito.

Tale situazione ha indotto il GIP del Tribunale di Urbino ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della sessantaduenne, l'arresto come detto è avvenuto all'aeroporto di Fiumicino, al rientro della stessa in Italia, dopo essere stata per qualche giorno nel suo paese di origine.

I reati contestati sono intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera (art. 603bis c.p.) e occupazione di cittadini privi di permesso di soggiorno (art. 22 co. 12 Dlgs 286/98). La donna al momento si trova rinchiusa nel carcere di Civitavecchia, in attesa del processo di competenza della procura di Urbino.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


Antonio Mancino