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Lac: "No alla caccia al cinghiale tutto l'anno nelle Marche"

L'assessore regionale alla caccia Pieroni si conferma per l'ennesima volta un grande amico dei cacciatori, permettendo loro di praticare la caccia al cinghiale dal 22 aprile al 30 settembre, quindi anche nei mesi primaverili ed estivi, quando non a caso la caccia è chiusa, in quanto tutte le specie animali sono nella delicata fase riproduttiva.

Ma questa assurda decisione determinerà anche un alto rischio e pericolo per l’incolumità di tutte quelle persone che proprio durante la bella stagione amano andare a fare delle passeggiate in campagna o delle escursioni a piedi in montagna.

Tutto questo è stato permesso da una classica "furbata" del Governo Gentiloni, che lo scorso anno ha inserito di nascosto questa disposizione in un decreto legge sul contrasto all'evasione fiscale, legge che quindi non c'entrava nulla sul contenimento del numero dei cinghiali...

La scusa è, come sempre, quella di ridurre i danni procurati dai cinghiali alle coltivazioni agricole, quando in realtà è ormai scientificamente dimostrato dai dati che più cinghiali vengono uccisi e più aumenta la prolificità delle loro femmine, in quanto ci sarà più cibo disponibile per quelli rimasti e l'anno seguente si avranno quindi più cinghiali dell'anno prima.

Il classico serpente che si morde la coda! La caccia non è quindi la soluzione al "problema" cinghiali, ma anzi ne è direttamente la causa della sua diffusione sul territorio nazionale, avendo le associazioni venatorie introdotto in Italia dall'est Europa questa specie invasiva ed estremamente prolifica, facendola anche incrociare con i maiali e con la specie autoctona italiana, molto più piccola di taglia e che fino agli anni '70 era concentrata solo in Maremma.

Eppure delle alternative più serie e ragionevoli c’erano. Ad esempio, che fine ha fatto la proposta di legge del consigliere Busilacchi, che proponeva un programma sperimentale di sterilizzazione del cinghiale, o quella del consigliere Fabbri, che invece prevedeva di coinvolgere direttamente gli agricoltori nella cattura dei cinghiali, visto che poi sono proprio loro i principali danneggiati?

Ancora una volta invece, l’assessore Pieroni e la Giunta regionale hanno scelto di assecondare solo le istanze dei cacciatori, i quali non a caso traggono dei guadagni economici dalla uccisione e dalla conseguente vendita dei cinghiali uccisi ai ristoratori.

Stante questa situazione, sarebbe logico e giusto quindi che i soldi per risarcire i danni agli agricoltori venissero fatti sborsare proprio ai cacciatori, che sono gli unici a beneficiare di questa situazione da loro creata e non fatti pagare con le tasse a tutti i cittadini contribuenti, anche a quelli, che peraltro sono la stragrande maggioranza, che invece vorrebbero che la caccia fosse messa al bando definitivamente!Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche


LAC Marche - Lupus in Fabula