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I Giovani Democratici al lavoro in vista del Congresso

In queste ultime settimane, gran parte del dibattito interno al Partito Democratico della Provincia di Ancona è stato animato dalla discussione relativa al congresso che si celebrerà nel mese di ottobre.

Un dibattito talvolta insalubre, come hanno dimostrato alcuni episodi spiacevoli rimbalzati fino ai media nazionali, sui quali non mi soffermerò. Sono però nati spunti molto interessanti in seno a questa discussione, che ho avuto modo di portare avanti insieme a tanti compagni ed amici della Giovanile e del Partito, coi quali stiamo costruendo un percorso generazionale condiviso. In particolare, abbiamo cercato insieme una risposta alla domanda che chiunque, all’interno del Partito, dovrebbe porsi in momenti come questi: quali sono le caratteristiche che meglio delineano il nostro prossimo segretario provinciale? Per iniziare, la risposta più comune è che debba trattarsi di qualcuno che abbia sostenuto Matteo Renzi all’ultimo congresso, per essere in grado di rappresentare le scelte della maggior parte degli iscritti del nostro territorio. Una risposta corretta, che ha solo bisogno di essere integrata: un segretario provinciale deve essere il segretario di tutta la provincia, senza che nessun iscritto sia escluso dalla rappresentanza.

Ecco perché aver sostenuto Renzi è una condizione necessaria e di buon senso, che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione; ma non la si può ritenere di per sé sufficiente, perché altrimenti si rischierebbe quell’isolazionismo correntista che ha già portato fin troppe lacerazioni all’interno del nostro Partito. Ecco, dunque, la necessità di un candidato che sia in grado di unire le varie anime che convivono nel PD, che sia in grado di stabilire rapporti paritari e di piena collaborazione anche con chi ha sostenuto altri candidati – tanto più di questi tempi, in cui disaffezione, disillusione ed amarezza, sono le parole d’ordine di molti nostri ex-compagni di strada e di battaglie. Come corollario, segue quella che si può ritenere la seconda caratteristica del candidato che stiamo idealmente descrivendo.

Lo Statuto del PD, al comma 7 dell’Articolo 1, riconosce e garantisce l’importanza del pluralismo come parte essenziale della sua vita democratica; pluralismo che trova nella capacità di esprimere diverse visioni del mondo, e soprattutto di sintetizzarle, il suo massimo punto di forza. Questo concetto deve essere ripreso dal candidato segretario che stiamo cercando. La pluralità di opinioni può essere declinata in molti modi, e non c’è dubbio che il migliore di essi sia quello che fa del dialogo e della mediazione strumenti che portano ad una sintesi invece che ad una rottura. La rottamazione, in fondo, si trattava proprio di questo: di rinnovare le idee, lasciando intatto il processo democratico e dialettico su cui esse si fondano, in cui esse trovano le loro fondamenta.

La rappresentanza di tutti gli iscritti, la collaborazione con tutte le anime, la qualità del fare sintesi, indicano poi la terza caratteristica necessaria: la capacità di intrattenere rapporti con il Partito locale in tutte le sue articolazioni, ovvero conoscere il territorio ed i suoi circoli, ognuno con la propria storia, le proprie esigenze, le proprie particolarità. Una condizione, questa, che non deve essere sottovalutata come una capacità che il segretario potrà acquisire col tempo, bensì come un fondamentale punto di partenza per costruire un partito provinciale funzionante e funzionale, basato sulla reciproca collaborazione tra circoli, sulla condivisione delle buone pratiche, sulla gestione comune dei territori attraverso i nostri amministratori, le loro idee e le loro difficoltà. Un segretario che conosca la situazione del Partito al livello atomico dei circoli potrà efficacemente mettere in campo una serie di iniziative ed attività per mettere in pratica questo progetto virtuoso; un segretario che riscontri questa mancanza dovrà invece prima mettersi al pari, e rischiare così di ritrovarsi ad avere gli strumenti adatti all’ambizioso obiettivo solo quando non avrà più il tempo materiale per raggiungerlo. Insomma, riassumendo, le caratteristiche principali sono tre: capacità di dialogo e rappresentanza, capacità di mediazione e sintesi, conoscenza del territorio e dei circoli.

A queste mi permetto di aggiungerne una quarta: che sia un giovane. Non lo dico per dogmatico giovanilismo, o per un malsano campanilismo che mi porterebbe a favorire esponenti dei Giovani Democratici. Lo dico perché all’interno dei Giovani Democratici, con l’aiuto di molti giovani esponenti del Partito, abbiamo costruito un gruppo forte e coeso, che è cresciuto e maturato insieme, ed è diventato in grado di proporre un suo progetto politico per il PD. Inoltre, perché siamo arrivati ad un punto di svolta epocale, dove o il Partito si dimostra in grado di rinnovarsi internamente e di aprirsi alle nuove leve, accompagnandole ma anche tirandole per le orecchie laddove sia necessario (nelle opportune sedi, non sui giornali), oppure non sarà in grado di combattere le nuove battaglie che sorgeranno negli anni a venire. Il Partito Democratico ha purtroppo perduto il voto delle fasce di elettorato più giovani perché spesso non è stato in grado di intercettarne i sogni ed i bisogni, e quindi di fornire una risposta adeguata alle domande che i ragazzi fanno alla politica. Un ragazzo alla guida del Partito provinciale sarà, in questo senso, un primo passo verso la soluzione a questa crisi di dialogo che il PD ha con i più giovani. Queste caratteristiche, ad oggi, le ritroviamo in un iscritto che si è sempre speso all’interno dei Giovani Democratici e del Partito: Marco Pettinari.

Le sue capacità di mediatore e di aggregatore, nonché la sua conoscenza del territorio provinciale, sono chiare a chiunque abbia avuto modo di lavorarci assieme; e nonostante la sua giovane età, ha già dimostrato di essere in grado di gestire il Partito attraverso anni di gavetta nei Giovani Democratici, dove è stato segretario di circolo e di provincia prima, ed è tuttora presidente regionale, e nel Partito Democratico, dove ricopre il ruolo di segretario di circolo e di membro della segreteria provinciale. Ad oggi, per i ragazzi della Giovanile e per gli iscritti del Partito, Marco è un punto di riferimento. Per noi, è il candidato ideale alla segreteria provinciale del Partito Democratico. Per queste ragioni, chiediamo che sia lui a candidarsi, sapendo di avere l’appoggio della federazione giovanile; e con la speranza, di noi Giovani Dem, che possa diventare davvero il candidato di tutti, per mettere in atto l’ambizioso progetto comune per il radicamento, il rafforzamento ed il potenziamento del Partito Democratico nel nostro territorio.Puoi commentare l'articolo su Vivere Senigallia


Giovani Democratici - Provincia di Ancona